Crosta lattea, cos’è?
La crosta lattea o dermatite seborroica infantile è un disturbo molto frequente tra neonati, esclusivamente tra i lattanti: questo tipo di disturbo, che viene comunemente chiamato crosta lattea ma che in realtà scientificamente è chiamato dermatite seborroica neonatale o pityriasis capitis, interessa un numero molto elevato di lattanti (1 neonato su 2) e si può manifestare sin dai primi giorni di vita con una regressione spontanea intorno alle 6-8 settimane di età. Essa può svilupparsi, seppur più raramente, fino ai 5 anni.
Questo disturbo può provocare paura o sgomento nella neo mamma, ma non deve essere motivo di paura: come vedremo, è una patologia molto comune, che si può trattare con dei rimedi naturali ed una buona igiene, e che tende a scomparire nel giro di poche settimane, spesso senza la necessità di un intervento medico
La crosta lattea dunque è un’affezione della pelle tipica dei lattanti che si manifesta con croste giallastre costituite da grasso e detriti cellulari su pelle arrossata al cuoio capelluto; si può estendere alla fronte e agli occhi, e lesioni simili possono presentarsi anche agli inguini.
La sede più comune è il cuoio capelluto vicino alla fontanella anteriore; è inoltre comune una temporanea perdita di capelli.
La crosta lattea è così chiamata nel gergo popolare in quanto questo disturbo si manifesta solo nei neonati che vengono unicamente nutriti con il latte materno, anche se le cause non sono unicamente da ricercarsi nell’uso del latte quanto in altri fattori, alcuni dei quali ancora da chiarire.
Questo disturbo viene chiamato dermatite seborroica neonatale in quanto esso si manifesta proprio come una dermatite: nel bambino, sin dai primi giorni di vita e tendenzialmente fino al terzo mese di età, si iniziano a notare delle vere e proprie desquamazioni del cuoio capelluto che sono caratterizzate da una secrezione di sostanza grassa molto eccessiva rispetto al normale. La sostanza grassa è il sebo, una sostanza che viene emessa da alcune ghiandole della pelle e che generalmente serve a creare un film protettivo contro gli agenti esterni, tra i quali agenti atmosferici e non solo: il sebo è molto utile, quando non è eccessivo, perché protegge la pelle rendendola inaccessibile alle sostanze esterne che potrebbero indebolirla o essere causa di infezioni, come può capitare quando si viene sottoposti ad un eccessivo inquinamento, oppure ad agenti atmosferici che possono essere nocivi.
Tuttavia, questo sebo, quando inizia ad essere eccessivo rispetto al normale, può causare dei disturbi: è molto comune negli adulti la cosiddetta seborrea, che si verifica come eccessiva attività di ghiandole sebacee che possono provocare disturbi al cuoio capelluto, come ad esempio capelli grassi e deboli, dolore e bruciore al cuoio capelluto, con conseguente perdita di capelli.
Capiamo perfettamente che la seborrea nell’adulto, se sottovalutata e non trattata, può comportare delle conseguenze spiacevoli, anche quando essa è causata da situazioni fisiologiche come ad esempio una cattiva alimentazione, o fattori nervosi e stress.
Invece, la più comune crosta lattea o dermatite seborroica neonatale, nel complesso non è così pericolosa quanto si potrebbe pensare, anche se ovviamente, specialmente nella prima gravidanza, questo disturbo può essere sopravvalutato.
Per evitare falsi allarmismi, è bene quindi sottolineare che per quanto sia un disturbo da tenere sotto controllo, la presenza di crosta lattea è molto comune e non deve destare un’eccessiva preoccupazione: è una condizione del tutto normale per il neonato che è possibile riconoscere dalla presenza di squamette, crosticine gialle ed untuose, che si formano a livello del cuoio capelluto (da qui il termine “crosta), anche se in alcuni casi queste desquamazioni possono interessare anche altre parti del corpo, come ad esempio le giunture, la zona perigenitale, dove però la pelle appare solo un po’ arrossata ed irritata.
Comparsa della crosta lattea
Come abbiamo anticipato, la crosta lattea interessa solo i neonati, ed all’interno di questa stessa categoria essa si verifica solo sui lattanti, ovvero nei neonati che vengono nutriti esclusivamente con il latte. Non si tratta però di una forma di allergia: le cause – come vedremo – possono essere molteplici ma è bene sottolineare che questo disturbo interessa solo i neonati, sin dai primi giorni di vita e fino al terzo mese di età.
Diremo inoltre che questo disturbo riguarda circa un neonato su due: si tratta quindi di un disturbo abbastanza frequente ma non grave, ed oltretutto nella maggior parte dei casi la crosta lattea non comporta alcun tipo di problema, ma tende a guarire da sola senza la necessità di effettuare particolari trattamenti.
Alcuni rimedi naturali possono comunque contribuire a velocizzare la scomparsa di queste desquamazioni che, lo ricordiamo, nella maggior parte dei casi non sono accompagnate da prurito, il che rende questa condizione spesso solo fastidiosa a livello estetico, ma non a livello di salute per il neonato.
Solo in casi gravi, comunque riconosciuti durante una semplice visita pediatrica, si può riscontrare la necessità di intervenire chirurgicamente per togliere l’infiammazione e debellare le crosticine.
Dopo che il pediatra ha visto il bambino ed ha escluso che si tratti di un eczema, di un’infezione da funghi o di una dermatite da contatto, la cura migliore è staccare delicatamente la crosta ogni giorno e fare uno shampoo accurato massaggiando con una spugna un po’ ruvida; si possono usare prodotti a base di catrame vegetale, zolfo o acido salicilico; è bene applicare anche degli unguenti o degli oli per ammorbidire la pelle, facendo attenzione che nessuno di questi prodotti vada negli occhi del bambino.
Se compare arrossamento, la cura deve essere interrotta. Non è consigliabile l’uso prolungato di pomate cortisoniche perché può derivarne atrofia della pelle.
Ricapitolando, quindi, la crosta lattea o dermatite seborroica neonatale si presenta solo nei lattanti (nei neonati che vengono nutriti con il latte materno), ed in una percentuale del 50%. Questo significa che un neonato su due può soffrire di questo disturbo che si può manifestare con la presenza di crosticine untuose e desquamazioni, sin dai primi giorni di vita e tendenzialmente si risolve in maniera naturale al terzo mese di età.