Trattamento della crosta lattea

Cos’è la crosta lattea

Delicata e soggetta alle aggressioni esterne, la pelle del lattante è un’epidermide ancora alla ricerca del suo equilibrio, che deve costruire le sue naturali difese. Per questo, soprattutto durante i primi mesi di vita, non è raro che manifesti i segni di questa sensibilità attraverso rossori e desquamazioni che possono colpire le zone più vulnerabili del corpo. La crosta lattea è una forma di dermatite seborroica che colpisce i neonati concentrandosi sul cuoio capelluto. Puoi riconoscerla facilmente, perché si presenta come ispessimenti e desquamazione di colore bianco-giallastro, che a lungo andare potrebbero estendersi anche alla fronte, alla nuca e ad altre aree del corpo. In ogni caso, la crosta lattea è una condizione che non mette a rischio la salute del bambino e che tende a scomparire senza necessità di cure specifiche. Un’adeguata routine igienica, accompagnata dalla scelta di prodotti adatti, può tuttavia contribuire a lenire il fastidio che spesso accompagna questa condizione, aiutando la pelle del bimbo a rigenerarsi e a recuperare elasticità.

Crosta lattea: le cause

Cause Crosta latteaNonostante la crosta lattea sia un problema davvero diffuso, non sono ancora state individuate con certezza le cause che ne sono alla base. Secondo la maggior parte dei medici, tuttavia, si può ricondurre l’origine di questa produzione eccessiva di sebo a uno squilibrio nei livelli ormonali del neonato, ancora influenzati da quelli della madre. Nel sangue del bambino, infatti, continuano a circolare ormoni materni che hanno, tra le altre funzioni, proprio quella di regolare la produzione del sebo. Sono proprio questi eccessi di grasso sulla superficie della cute che consentono alle cellule morte di accumularsi e legarsi tra loro, provocando le desquamazioni tipiche di questo fenomeno. La crosta lattea, in ogni caso, non va confusa con altre problematiche della pelle di origine diversa. Funghi, allergie da contatto e arrossamenti, per esempio, possono essere facilmente scambiati per crosta lattea, con il pericolo di non essere trattati adeguatamente. Il pediatra sarà in grado, con una attenta analisi, di individuare il caso e prescrivere il trattamento più adeguato. Non mancano, infine, alcune correnti scientifiche minoritarie che riconducono la crosta lattea ad altre cause. Secondo alcuni si tratterebbe infatti di un disturbo causato da un lievito, il Malassezia Furfur, normalmente presente sulla pelle di molti individui ma nocivo per la delicata cute del bambino. Secondo altri, infine, l’attenzione dovrebbe essere spostata sull’alimentazione del neonato ed essere ricondotta ad alcune intolleranze, come quella al lattosio o alle proteine del latte. Queste ipotesi non trovano il sostegno di particolari evidenze scientifiche e non giustificano la spontanea regressione del problema entro i primi quattro mesi di vita.

Le precauzioni che puoi intraprendere

La buona notizia è che, salvo complicazioni dovute a eventuali graffi ed escoriazioni, la crosta lattea non è pericolosa per la salute del bambino e regredisce spontaneamente intorno al quarto mese di vita. Il motivo è semplice: a quell’età il neonato ha smaltito completamente l’eredità ormonale della madre e il suo sistema endocrino ha raggiunto un equilibrio auto-sufficiente. Nel frattempo sarà molto importante adottare una routine igienica adatta a prevenire complicazioni e infezioni più gravi. Il bimbo, per esempio, potrebbe inavvertitamente provocarsi graffi ed escoriazioni attraverso i suoi movimenti spontanei. Per evitare questo pericolo, abbi cura di tenere le sue unghie sempre corte o di fasciare le manine con guantini di cotone. Questa piccola precauzione eviterà che batteri e sporco possano penetrare all’interno di piccoli graffi e provocare l’infettarsi della pelle. Se ti accorgi di aree infette, per esempio per la fuoriuscita di pus, affidati immediatamente al pediatra per la corretta cura antibiotica.

La routine igienica

Trattamento Crosta latteaUna delle precauzioni più importanti per il trattamento quotidiano della crosta lattea è sicuramente l’adozione di una meticolosa routine igienica. Il lavaggio, per esempio, andrà eseguito con l’utilizzo di prodotti emollienti che restituiscano elasticità e protezione alla pelle delicata e sottile del neonato. Nelle zone colpite dalla crosta lattea sarà buona regola non utilizzare acqua e saponi industriali, perché potrebbero aggredire le naturali barriere dell’epidermide e impoverire ulteriormente le sue difese. Se la zona lo consente, ad esempio perché non a contatto con il pannolino, potrai quindi utilizzare prodotti non a risciacquo, come latte o crema detergente. Di grande aiuto potranno essere gli oli naturali dermoaffini, come quello di mandorle dolci. Puoi distribuirne una piccola quantità sulla zona da trattare e rimuoverlo con estrema delicatezza grazie all’aiuto di un panno morbido in fibra di cotone. Ricordati di evitare gli sfregamenti: l’olio rimuoverà il sebo in eccesso, senza per questo lasciare la pelle secca e assottigliata. Se la zona interessata è la testa e il bambino ha già molti capelli, puoi provare con l’applicazione di oli naturali meno densi – come quello di calendula, dall’effetto lenitivo – risciacquando il tutto con una goccia di shampoo a base oleosa e acqua tiepida. Potrebbe essere utile anche l’aggiunta di un cucchiaio di amido di riso nell’acqua di risciacquo.