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Che cos’è la crosta lattea?
La crosta lattea è il termine corrente con cui è conosciuta la dermatite seborroica infantile. Come traspare dal nome stesso, si tratta di un disturbo legato alla produzione di sebo, una sostanza dalla consistenza grassa che viene secreta dalle cosiddette ghiandole sebacee e serve per evitare un’eccessiva disidratazione della cute e proteggerla dagli agenti ambientali. La disfunzione causata dalla crosta lattea è un’eccessiva secrezione di sebo, che colpisce soprattutto il cuoio capelluto. Se questa particolare forma di dermatite viene chiamata crosta lattea, è perché tende a manifestarsi nelle prime fasi di vita del bambino, quando si nutre ancora esclusivamente del latte materno. Nonostante la correlazione con il sebo, questo disturbo non è provocato da una mancanza di igiene. Al contrario, si tratta di una malattia della pelle abbastanza comune, che consiste principalmente nella comparsa di un’eruzione cutanea.
Le manifestazioni e i sintomi della crosta lattea
Per riconoscere la crosta lattea occorre osservare con attenzione come viene colpita la cute del bambino. Le caratteristiche più comuni di questo tipo di sfogo sono il colore rossastro, l’aspetto unto e gonfio e la comparsa di croste bianche, giallastre o marroni in superficie. Proprio per queste sue manifestazioni, la crosta lattea rischia di confondersi con altre allergie o malattie della pelle come la psoriasi e gli eczemi.
Come anticipato, la zona maggiormente colpita dalla crosta lattea è il cuoio capelluto, sul quale tendono a formarsi aree dall’apparenza grassa e squamosa, che assumono sovente una consistenza piuttosto dura, dando origine a spessi strati di incrostazioni che possono coprire anche tutto il cuoio capelluto. Anche la zona pannolino può essere interessata dalla crosta lattea e in questo caso viene spesso confusa con un semplice arrossamento causato dal pannolino stesso. Altre aree circoscritte che risultano spesso colpite sono quelle intorno agli occhi, le orecchie, le sopracciglia, le palpebre, la fronte, il mento e le pieghe inguinali. Meno probabile ma comunque possibile è l’estendersi dell’eruzione su gran parte del corpo.
Per quanto la crosta lattea possa visivamente destare preoccupazioni, non è pericolosa e svanisce normalmente nel giro di qualche mese. In effetti, con il tempo le incrostazioni iniziano a sgretolarsi e staccarsi facilmente. La malattia tende a colpire soprattutto i bebè di età inferiore ai tre mesi, per cui in questo caso scomparirà in modo definitivo già tra i sei mesi e il primo anno di vita. Inoltre, nella maggior parte dei casi il problema è esclusivamente di natura estetica. Solo raramente, infatti, la crosta lattea causa prurito e diventa un disturbo fastidioso per il bambino. L’intervento del medico è pertanto necessario soltanto nelle eccezioni rappresentate dai casi più gravi.
Cause della crosta lattea e precisazioni sulla malattia
Nonostante la crosta lattea sia una malattia della pelle piuttosto comune e non porti a conseguenze allarmanti di salute, le sue cause sono ancora oggetto di studio da parte di medici e ricercatori. Se è vero che l’evento che scatena il rossore e la comparsa delle croste sia l’eccessiva secrezione di sebo, i motivi che producono tale ipersecrezione non sono ancora molto chiari. Ciò che è certo è che il panorama all’origine del disturbo sembra alquanto complesso. A generare tale malattia sarebbe difatti una concomitanza di fattori. Tra questi, i principali potrebbero essere il patrimonio genetico, il clima freddo e asciutto e lo stato di salute generale del soggetto. Altre opinioni scientifiche al riguardo cercano la causa del disturbo in un’alterazione degli ormoni materni che verrebbero poi immessi nel circolo sanguigno del bambino. Altre ancora attribuiscono la colpa a un fungo, il Malassezia Furfur, che vive sulla pelle di molte persone. Un’altra supposizione, in realtà piuttosto irrealistica, è quella che associa il disturbo a intolleranze o allergie di tipo alimentare, come l’allergia alle proteine del latte o l’intolleranza al lattosio. In questo caso, tuttavia, la comparsa dello sfogo e delle croste dovrebbe essere accompagnata da altri disturbi come diarrea e coliche gassose, che invece molto raramente si verificano con questo tipo di dermatite. Nonostante le incertezze sulle cause, i dati sicuri sulla crosta lattea dicono che non è assolutamente un’allergia e che non causa danni gravi al corpo.
Cura della crosta lattea
Se è vero che la crosta lattea tende a scomparire in modo spontaneo, si può comunque accelerare la guarigione grazie a rimedi naturali. Un esempio consiste in ammorbidire le crosticine con oli vegetali, come quello di riso, di noce, di oliva, di borragine o di calendola. Si lasciano agire per qualche minuto sul cuoio capelluto del bambino e poi si procede con il lavaggio, meglio se con uno shampoo delicato. I capelli vanno pettinati con una spazzola morbida per non sfregare le croste. Si raccomanda, infatti, di aspettare che inizino a staccarsi spontaneamente prima di procedere con la rimozione. Per gli sfoghi che sorgono sul viso o sul resto del corpo, il pediatra prescriverà, quando necessario, l’applicazione di apposite pomate che calmano l’eruzione cutanea. Da evitare, invece, le creme a base di grassi animali, che potrebbero favorire la proliferazione del fungo Malassezia Furfur.