Crosta lattea, la diagnosi
La crosta lattea viene diagnosticata molto facilmente, anche perché, come abbiamo anticipato, essa si presenta solitamente su un neonato su due: molto spesso è la mamma stessa ad accorgersi della presenza di squame che si manifestano sul cuoio capelluto del bambino, ed una normale visita pediatrica evidenzia il disturbo a livello medico.
Nella letteratura popolare, la crosta lattea non richiedeva nemmeno l’intervento del medico: infatti, a parte situazioni specifiche, questo disturbo regredisce intorno alle sei settimane di vita del neonato, senza alcun intervento. Le donne di un tempo erano solite utilizzare rimedi naturali per contrastare il disturbo, ed ancora oggi si preferisce utilizzare rimedi semplici per evitare che il disturbo venga in qualche modo peggiorato dall’uso di farmaci o rimedi troppo aggressivi.
Cure e rimedi contro la crosta lattea
Non esistono rimedi che curano la crosta lattea o dermatite seborroica neonatale, anche perché a livello scientifico e medico non è stato ancora stabilito in che modo e per quale motivo essa si presenti in un neonato su due.
Non conoscendo, pertanto, le cause scatenanti, risulta alquanto difficile se non impossibile dare una cura per un disturbo del quale non si conosce il fattore scatenante.
Tuttavia, vi sono dei rimedi e delle precauzioni che è possibile utilizzare per due motivi: sia per favorire la riduzione delle crosticine e quindi la loro scomparsa definitiva, sia per ridurre l’eventuale condizione pruriginosa che può presentarsi.
La prevenzione è inoltre importante anche in caso di presenza di crosta lattea, in quanto consente di evitare che il disturbo prosegua oltre il tempo naturalmente stimato
In caso di presenza di crosticine e desquamazioni, molte mamme pensano che sia sbagliato eccedere con l’igiene del bambino: l’eccesso non è mai un bene, ma utilizzare shampoo naturali e non aggressivi è utile, perché consente oltretutto di ridurre la produzione di sebo e dona al bambino una sensazione di freschezza. Inoltre, si possono spazzolare delicatamente i capelli del bimbo, con una spazzola a setole morbide ed evitando di sfregare eccessivamente la cute; la spazzolatura dolce e delicata può essere preceduta dall’uso di olii vegetali (come ad esempio olio di riso, olio di noce, olio di calendula che oltretutto elimina eventuali infiammazioni).
Assolutamente vietati invece i grassi animali e gli shampoo aggressivi, che danno vita ad una produzione maggiore di sebo, favorendo anche la crescita di funghi ed infezioni fungine.
Come è stato ampiamente detto, la crosta lattea tende a regredire naturalmente: tutti i rimedi di cui abbiamo parlato servono, perlopiù, a favorire il normale processo di guarigione, che tende comunque a concludersi intorno al terzo mese di vita.
È soltanto nei casi più severi, magari accompagnati da altre situazioni, come ad esempio infezioni ed infiammazioni, che si può rendere necessario l’intervento del pediatra: in ogni caso, è sempre consigliato chiedere supporto e sostegno medico soprattutto nel caso in cui alla crosta lattea siano associati altri disturbi come ad esempio prurito, coliche gassose, diarrea, irritazioni cutanee in altre zone del corpo.